Native Advertising: sai cos’è?
Native Advertising: i native advertising sono quei contenuti sponsorizzati che si visualizzano all’interno di un contenuto (generalmente sui blog post). La loro differenza dalla pubblicità tradizionale è che i native advertising non interrompono la lettura, in quanto il testo “accompagna” il lettore; si immergono all’interno del contenuto che li ospita, che è sempre coerente con la pubblicità in questione e mai decontestualizzato. Anche dal punto di vista grafico il native advertising si omogeneizza con il contenuto, anche visivamente e non solo in ciò che comunica. Questa “pubblicità contestuale” quindi non ha l’obbiettivo di distrarre dal testo per attirare l’attenzione, ma di creare engagement e di diventare parte del testo. Per fare un esempio, un native advertising potrebbe essere quello di una pubblicità di costumi da bagno su un post che parla dei modelli più adatti in base al fisico, o una pubblicità ad un paio di scarpe da running su un articolo che tratta dei benefici della corsa.
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Perché preferire il Native Advertising alla pubblicità tradizionale?
Dopo quanto abbiamo appena detto avrai già compreso il vantaggio di utilizzare questo tipo di pubblicità rispetto alla tradizionale, che mira a coinvolgere gli utenti di riferimento e quindi di creare partecipazione e interesse. Di non essere ignorata, insomma. Hai presente il fastidio davanti ai vari pop-up o banner invadenti? Ecco. Il native advertising invece fa in modo che le tue campagne possano raggiungere utenti e possibili clienti davvero interessati a ciò che proponi, perché riesce ad intercettare il target di riferimento, e inoltre ti permette di monitorare l’efficacia delle tue pubblicità.
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Come si crea una campagna di native advertising?
Non solo blog post: per promuovere i tuoi prodotti e servizi puoi anche utilizzare i social e l’in-feed. Dovrai aver chiaro chi vuoi raggiungere e come, e quindi conoscere l’audience di riferimento e il messaggio che vuoi comunicare.
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Poi dovrai studiare un approccio comunicativo vincente, coerente e contestualizzato: non puoi sparare la tua pubblicità all’interno di un testo discorsivo, ma accompagnare il lettore alla tua pubblicità. Dovrai scegliere il giusto tone of voice in base al tuo target, ma anche l’impatto visivo, la freschezza del contenuto e la sua stessa utilità. Se non hai capacità di scrittura, delega! Oppure fai un corso, come quello proposto da IAB Academy. Il corso si chiama “Il digital advertising a portata di click” e prevede i seguenti argomenti:
- Mobile advertising
- Web marketing
- Comunicazione digitale
- Vendite
- Social media
- Native advertising
- Programmatic advertising
- Pubblicità Google
Questo videocorso, completo e approfondito, ti guiderà attraverso un percorso formativo di 16 video, all’interno dell’ecosistema del digital advertising. IAB Italia è il charter italiano dell’Interactive Advertising Bureau, la più importante Associazione nel campo della pubblicità digitale a livello mondiale e rappresenta l’intera filiera del mercato della comunicazione interattiva in Italia.
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Conclusioni
Il Native Advertising è nato per arginare il problema definito come “banner blindness“, la cosiddetta “cecità da banner“: si verifica perché ormai gli utenti internet sono sempre più abituati a scorgere ed ignorare la presenza di spazi pubblicitari, sviluppando indifferenza e rendendo completamente inefficace la pubblicità. Questo fenomeno si aggrava sempre di più, e gli inserzionisti hanno fatto in modo che il native advertising nascesse quasi inevitabilmente, in modo da bypassare la problematica. In molti infatti abbandonano gli annunci PPC (Pay Per Click) in favore del Native Advertising. Ed è bene che tu impari a farlo, non trovi?
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