Lavoro, il digitale traina la crescita: tra 2,5 e 3,2 milioni le nuove opportunità del mercato. Questa, si direbbe in estrema sintesi, la conclusione di una recente ricerca, il Report Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali di medio termine, resi noti a Job&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, tenutosi a Verona alcune settimane fa. Si parlerebbe, in particolare, di un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni, richiesti dal mercato del lavoro nei prossimi cinque anni, tra il 2019 e il 2023, con opportunità che si apriranno numerose fra turnover e nuovi posti, e che saranno trainate soprattutto da digitale ed ecosostenibilità.
Una previsione che considera le esigenze dei settori privati e della Pubblica Amministrazione, legate sia alla necessità di sostituire le persone che lasceranno il lavoro per il pensionamento, sia all’espansione/contrazione dei diversi settori produttivi riguardo agli andamenti del mercato. In particolare, oltre i tre quarti del fabbisogno sarà collegato al naturale turnover occupazionale (con una previsione nel quinquennio compresa tra 2,1 e 2,3 milioni), mentre la crescita economica genera, a seconda della sua intensità in maniera molto differenziata nei diversi settori, una quota di nuovi posti di lavoro tra le 427.000 e le 905.000 unità.
Il digitale alla base della crescita
Particolarmente importante per noi, in questa sede, è osservare come, a trainare la domanda complessiva di lavoro, saranno proprio la rivoluzione digitale (Big Data, Intelligenza Artificiale, Internet Of Things), nonché la domanda di ecosostenibilità, che richiederanno il coinvolgimento rispettivamente di 213.000 e 481.000 lavoratori. Ciò mostra quanto sia essenziale continuare a fare chiarezza sulle ormai «cosiddette nuove» professioni digitali, come non cessiamo di fare qui sul nostro blog, dove proprio di recente abbiamo analizzato figure professionali sempre più richieste dal mercato come il Community Manager, l’E-Commerce Manager o il SEO Copywriter.
Unioncamere ha elaborato i dati sui fabbisogni tra il 2019 e il 2023, prendendo a riferimento due scenari di previsione economica predisposti da organismi istituzionali internazionali e nazionali, al fine di fornire al sistema della formazione e alle politiche attive del lavoro indicazioni utili sulle possibili tendenze del mercato in funzione degli andamenti economici che si verificheranno.
Come si vede, la forbice tra i due diversi scenari (2,5 rispetto a 3,2 milioni, con un differenziale di 700.000 potenziali occupati) dipende essenzialmente dagli andamenti del PIL e delle esportazioni, che si verificheranno in Italia e sui mercati internazionali nei prossimi anni, nonché dagli effetti delle politiche economiche che verranno attuate.
Le previsioni di settore
A livello settoriale si nota un maggiore fabbisogno di occupati nel comparto dei servizi alle imprese, con una richiesta che può variare tra le 608.000 e le 699.000 unità. A seguire i servizi sanitari e dell’istruzione (da 513.000 a 629.000 unità). L’industria manifatturiera nel suo complesso avrà bisogno di un numero di occupati compreso tra le 333.000 e le 471.000 unità per far fronte alle esigenze di sviluppo produttivo (che dipenderanno dagli andamenti dell’economia nazionale e internazionale) ma, soprattutto, al consistente turnover generazionale.
Digitale ed ecosostenibilità nei piani di assunzione delle imprese
Come osservato, ci preme soprattutto continuare a rilevare come saranno proprio la Digital Transformation e l’Ecosostenibilità ad alimentare i piani occupazionali delle imprese, rappresentando circa il 30% del fabbisogno occupazionale previsto per i prossimi cinque anni.
- Nel dettaglio, le imprese ricercheranno tra 210.000 e 267.000 lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o 4.0. Fra le figure professionali emergenti, maggiormente richieste sul mercato, professionisti come gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’Intelligenza Artificiale, nell’analisi di mercato: quelli cioè che, in linguaggio tecnico, possiamo definire come Data Scientist, Big Data Analyst, Cloud Computing Expert, Cyber Security Expert, Business Intelligence Analyst, Social Media Marketing Manager, Artificial Intelligence Systems Engineer.
- Quanto all’Ecosostenibilità, da 480.000 a 600.000 i lavoratori ricercati dalle imprese per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’economia circolare, riorientando i propri processi produttivi. L’esperto in gestione dell’energia, il chimico verde, l’esperto di acquisti verdi, l’esperto del marketing ambientale, l’istallatore d’impianti a basso impatto ambientale, sono alcuni fra i principali «Green Jobs» più richiesti dalle imprese.
Salute, benessere, educazione, cultura
Contribuiranno ulteriormente ad alimentare la domanda di lavoro i fabbisogni espressi da alcune filiere che caratterizzano l’economia del Paese.
- Le imprese attive nei settori di salute e benessere esprimeranno nei prossimi cinque anni un fabbisogno occupazionale fra 323.000 e 357.000 unità, ricercando prevalentemente medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio medico.
- Nel settore «Education e cultura» si stima una richiesta fra le 134.000 e le 194.000 unità, rivolta prevalentemente a figure quali docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, progettisti e organizzatori di eventi culturali, esperti in comunicazione e marketing dei beni culturali;
- Ancora, nel settore «meccatronica e robotica» si prevede una richiesta fra le 76.000 e le 106.000 unità, con figure quali i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione e uso di robot industriali, i progettisti d’impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico;
- Nell’ambito «mobilità e logistica» si ricercheranno fra i 78.000 e i 99.000 lavoratori, in specie gli addetti alla logistica – dai magazzinieri ai responsabili di reparto, dai controllori del traffico aereo, navale e ferroviario ai conducenti di mezzi pesanti;
- Infine, nel settore «energia», il fabbisogno sarà compreso fra le 38.000 e le 41.000 unità, richiedendo in particolare tecnici alla produzione di energia elettrica, addetti ai controlli chimici e conduttori d’impianti di recupero e riciclaggio dei rifiuti e trattamento e distribuzione acque.
Il Data Scientist: chi è, che cosa fa, competenze, guadagno
Soffermiamoci ora, però, su una delle figure del digitale, citata poco sopra tra i ruoli chiave delle nuove opportunità di lavoro nei prossimi cinque anni: il Data Scientist. Una posizione, questa, destinata a divenire tra le figure più ricercate del mercato nel settore. Se pensi che proprio questa sia la tua «vocazione» (e se non lo sai, prova il test sul nostro blog!), è una fortuna: le aziende si affidano sempre più a Big Data e analytics a supporto dei processi decisionali e a tecnologie cloud, di automazione e machine learning come componenti fondamentali delle loro strategie IT. Secondo il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli USA, i posti di lavoro in questo settore aumenteranno dell’11% entro il 2024.
Ma chi è il Data Scientist? Che cosa fa? Che cosa deve saper fare e come diventarlo?
Chi è il Data Scientist
Potremmo definirlo un esperto, in grado di ricavare insight da enormi quantità di dati, strutturati e non, allo scopo di aiutare a definire o soddisfare esigenze specifiche e obiettivi aziendali. L’obiettivo del suo lavoro consiste nell’organizzare e analizzare i Big Data, spesso utilizzando software progettati ad hoc, così che i risultati finali siano velatamente semplici e, soprattutto, leggibili e comprensibili per tutti gli stakeholder coinvolti, in particolare quelli che lavorano al di fuori dell’IT.
Data Scientist: che cosa fa
La sua principale responsabilità sta nell’analisi dei dati: s’inizia con la raccolta dei dati per arrivare poi alle decisioni aziendali finali basate sui risultati conclusivi delle analisi. I dati che si vanno a raccogliere sono di due tipi: strutturati e non strutturati.
- I primi sono dati organizzati per categorie, facilmente ordinabili, leggibili e organizzabili automaticamente da un sistema. Ne sono un esempio i dati raccolti da servizi, prodotti e dispositivi elettronici: dati sul traffico di un sito web, cifre di vendita, coordinate bancarie o coordinate GPS raccolte da uno smartphone.
- I dati non strutturati, invece, che stanno crescendo molto velocemente, provengono in genere da azioni di persone, quali recensioni dei clienti, video, messaggi social, email e così via. Qui entra in gioco più direttamente il Data Scientist, decisivo sul piano aziendale per poter gestire non tanto e non solo i dati strutturati ma, appunto, quelli non strutturati, non altrimenti organizzabili da sistemi automatici.
Data Scientist, competenze necessarie
Tra le skills principali di un buon Data Scientist sono assolutamente da ricordare:
- Capacità di programmazione, che migliora le competenze in ambito statistico e permette di analizzare dati di grandi dimensioni;
- Analisi quantitativa, che perfeziona le capacità di eseguire analisi sperimentali, scalare la strategia sui dati e implementare il machine learning;
- Comprensione del prodotto:essenziale per poter poi effettuare analisi su di esso e sui dati relativi;
- Comunicazione:una soft skill tra le più importanti in ogni settore;
- Lavoro in team: anche in questo caso, si tratta di una capacità richiesta in ogni ambito lavorativo, ma qui si fa decisiva dato il rischio, altrimenti, di «chiudersi» all’interno del proprio «mondo di dati», dimenticando il resto dei comparti e delle attività aziendali.
Quanto guadagna un Data Scientist?
Si tratta di un settore molto remunerativo, in rapida crescita. Nella classifica dei «50 Best Jobs in America for 2019» di Glassdoor, il Data Scientist è al primo posto, in base a parametri come opportunità di lavoro, salario e soddisfazione del proprio ruolo: la base di compenso medio è data a $108,000. Stando ai dati della «2019 Technology and IT Salary Guide» di Robert Half, lo stipendio medio di un Data Scientist può variare, in base all’esperienza, tra i $ 102,750 e i $ 175,000 l’anno.