“Cambio lavoro.” Sì, è giunto il momento di fare un passo avanti e cambiare la tua vita. Ma per farlo devi trovare un nuovo impiego e per trovare un nuovo impiego devi sostenere dei colloqui nel corso dei quali verrai giudicato per le cose che dirai.
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Certo, ti hanno insegnato che mentire è sbagliato e che se il tuo potenziale datore di lavoro si accorgerà delle tue bugie ti scarterà immediatamente. Inoltre prima o poi tutte le bugie vengono a galla, anche dopo molto tempo.
Eppure sono ancora in tanti a dire le bugie quando vogliono cambiare lavoro. C’è chi finge di avere una laurea anche se non ha finito il corso di studi (o magari non lo ha neanche iniziato), c’è chi allunga il periodo di servizio presso un precedente datore di lavoro per mascherare periodi di disoccupazione, in molti sostengono di conoscere a perfezione l’inglese anche se non sarebbero in grado di entrare in un bar di New York e chiedere un semplice caffè, e naturalmente c’è chi sostiene di avere competenze informatiche vastissime e di conoscere programmi e linguaggi mai utilizzati senza preoccuparsi del fatto che dopo l’assunzione sarà difficile dimostrare il contrario.
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Ma è il caso di essere sinceri? È il modo migliore per cambiare lavoro? Forse no. Ma è il caso di imparare a dire le bugie giuste!
Ci sono alcune piccole bugie che possono aiutarti a essere assunto. Non riguardano le competenze tecniche, non ha senso farsi assumere per un lavoro che non sai svolgere. Non riguardano le tue esperienze lavorative passate né i titoli di studio, si tratta di aspetti che il datore di lavoro potrebbe verificare e potrebbero comunque metterti in una posizione imbarazzante.
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Cambio lavoro – Le piccole bugie che possono aiutarti
Omettere
L’omissione in realtà non è neanche una vera e propria bugia. Se hai lavorato da qualche parte per un breve periodo ed è finita male o se sei stato licenziato, è meglio evitare di lasciarne traccia nel tuo cv. Non deve necessariamente essere un elenco esaustivo delle tue esperienze ma un semplice strumento che ti servirà a ottenere un posto di lavoro. Meglio dunque inserirvi solo esperienze positive.
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“In ufficio andavo d’accordo con tutti”
A nessuno sta simpatico chiunque, e ci sono sempre delle persone con una personalità difficile da gestire in ogni posto di lavoro. Tuttavia, è meglio dire al tuo potenziale datore di lavoro che le persone con le quali lavoravi sono fantastiche e che ci andavi d’amore e d’accordo. Altrimenti potresti risultare una persona negativa e apparire tu stesso come la persona dalla “personalità difficile.”
“Condivido gli stessi interessi dell’azienda”
Ti piace il cibo e il vino? Non parlarne nel tuo cv a meno che non ti stai candidando per un posto in un’azienda vinicola o del settore gastronomico. Se vuoi indicare i tuoi interessi nel cv è molto meglio fare in modo che siano molto vicini agli interessi dell’azienda cui ti rivolgi. Se ad esempio noti che sul sito dell’azienda si parla di tornei di calcio tra dipendenti e di eventi di beneficienza puoi indicare tra i tuoi interessi il calcio e il volontariato.
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“Il mio precedente capo era un grande leader”
In realtà molti cambiano lavoro proprio perché non sopportano il loro capo. Ma non è il caso di dirlo al tuo futuro datore di lavoro. Digli pure che il tuo capo era una persona fantastica dalle grandi capacità, che ti ha dato l’opportunità di crescere professionalmente. Il tuo nuovo datore di lavoro ne sarà contento perché ti immaginerà avere la stessa opinione nei suoi confronti dopo l’assunzione.
“Cambio lavoro perché…”
A meno che tu non sia stato licenziato, i motivi di abbandono di una posizione lavorativa sono di solito legati al rapporto con i superiori e con i colleghi, alla natura del lavoro stesso, alla distanza da casa o ai soldi. Ma è meglio non riferirlo. Meglio dire che vuoi cambiare lavoro perché vuoi sfruttare questa nuova opportunità di crescita o che è il passo più importante di tutta la tua carriera e che non vedi l’ora di lavorare proprio per le persone che ti hanno concesso un colloquio.
“Il mio maggior difetto…”
Tutti mentono a quando gli viene quale sia il loro maggior difetto. Non è il caso dire che il nostro difetto principale sia quello di alzare il gomito un po’ troppo spesso o che siamo un po’ disordinati oppure che tendiamo a essere permalosi. Meglio inventarsi un difetto innocente che non possa impedirci di svolgere il nostro lavoro e che stiamo comunque cercando di superare. Ti farà apparire consapevole e proattivo dire qualcosa come “Divento un po’ nervoso quando devo parlare in pubblico ma sto seguendo un corso con un coach per migliorare nell’esposizione.”
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