Content king: e che vuol dire?
“Content King”, il Re Contenuto, che non è un nuovo monarca ma la parola d’ordine dei marketer, dei copywriter e spesso anche dei consulenti SEO. Ma cosa significa?
Il primo ad utilizzare la frase “Content is king” fu il veggente Bill Gates, nel lontano 1996.
Allora le sue parole sembravano incomprensibili, ma lui che ci vede lontano aveva già capito tutto 20 anni fa. Infatti scriveva:
“Il contenuto è dove mi aspetto che verranno fatti più soldi su Internet, proprio come accadeva nelle trasmissioni radiotelevisive. […] Le opportunità più ampie, per la maggior parte delle aziende, riguardano la fornitura di informazioni o intrattenimento. Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare.
Una delle cose interessanti di Internet è che chiunque, con un PC e un modem, può pubblicare qualunque tipo di contenuto. Internet permette anche di divulgare informazioni in tutto il mondo a costo zero, o quasi, per l’editore. Le opportunità sono notevoli, e molte aziende stanno gettando le basi per la creazione di contenuti per Internet. Le riviste cartacee hanno i propri lettori, che condividono interessi comuni. È facile immaginare queste comunità servite da edizioni elettroniche online.Nel corso del tempo, la quantità di informazioni su Internet diventerà enorme, e questo lo renderà irresistibile. Anche se oggi la corsa all’oro è principalmente confinata agli Stati Uniti, mi aspetto si estenderà nel resto del mondo con la diminuzione dei costi di comunicazione e la presenza di una massa critica di contenuti localizzati in diversi paesi.
Affinché Internet prosperi, i fornitori di contenuti devono essere pagati per il loro lavoro.”
Come una profezia tutto questo si è avverato: i contenuti di valore sono il motore dell’informazione, e di conseguenza anche del marketing. Perché lo diciamo sempre: puoi avere il sito più figo del mondo, ma se nessuno lo trova, che utilità avrà? Dirai “Ma cosa c’entrano i contenuti di un sito con la sua posizione sui motori di ricerca?”
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Come diceva anche Bill Gates, il livello di qualità si sta alzando sempre di più: sul web viene condiviso un numero impressionante di contenuti al giorno, e i motori di ricerca premiano, quanto meno al momento, la qualità. Quindi più un sito conterrà dei contenuti validi, e soprattutto utili agli utenti, più verrà proposto da Google sui risultati di ricerca. E fin qui ci siamo.
Ma come si stabilisce se un contenuto è valido? E soprattutto, come si fa a sapere a priori se l’articolo che abbiamo preparato sarà utile al popolo del web? Partiamo dal primo punto.
“Content is the king” ok, ma nella pratica come deve essere un contenuto di qualità?
Secondo le linee guida tracciate dai SEO in base alle dichiarazioni rilasciate da Google, un buon articolo è quello che presenta informazioni corrette ed esaustive, un articolo lungo di almeno 700/800 parole, un articolo che non è stato copiato, un articolo ben formattato, un articolo suddiviso in paragrafi e che si fa leggere facilmente e, naturalmente, un articolo scritto nel rispetto delle regole ortografiche e grammaticali.. E fin qui può essere facile: basterebbe saper scrivere bene in fondo, no? No. Content is king ok, ma fino a un certo punto. Scrivere un bell’articolo molto spesso non basta affinché si posizioni tra i miliardi di contenuti presenti sulla SERP (se non sai cosa sia la SEO e la SERP, leggi questo articolo: Cosa fa un seo specialist?). E qui arriviamo al secondo punto, che fa di un articolo un mezzo potente per generare lead.
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Contenuti di valore ma supportati dalla SEO
Il secondo punto riguarda quella domanda che ci stavamo ponendo prima: come facciamo a sapere a priori se l’articolo che abbiamo preparato sarà utile al popolo del web? Qui entra in gioco la SEO, Search Engine Optimization, ovvero l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Un bravo consulente SEO, o un copywriter di livello avanzato, sa come intercettare quelle domande che gli utenti pongono ai motori di ricerca, e meglio il tuo articolo risponderà a quelle risposte e più avrà possibilità di scalare i risultati sui motori di ricerca (la SERP, insomma).
Conclusioni
Riassumendo, ribadiamo l’importanza di un buon contenuto, che dev’essere di qualità affinché venga premiato dagli algoritmi dei motori di ricerca; questi infatti filtreranno i risultati con lo scopo di offrire ai visitatori pagine web utili e pertinenti alle specifiche query di ricerca. Ma deve anche “acchiappare” l’utente così abbassare la frequenza di rimbalzo, deve spingerlo a condividerlo magari, e comunque a generale lead. I contenuti devono essere facilmente accessibili e contenere informazioni corrette, esaustive, dettagliate e comunicate con chiarezza.
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