Differenze salariali tra uomini e donne in Italia: com’è possibile che ci sia ancora questo divario?
Ci disturba un po’ scrivere un articolo sulle Differenze salariali tra uomini e donne in Italia, perché ci si chiede come sia ancora possibile. Ci ha recentemente colpito un articolo scritto da “La Repubblica” che diceva che l’Italia non è un Paese per donne lavoratrici. Nello specifico riportava queste informazioni:
In Italia le donne incassano una retribuzione annua lorda di 26.725 euro contro i 29.985 euro degli uomini, con un divario di 12,2 punti percentuali a favore degli uomini e, tra le altre cose, le donne guadagnano il 10,9% in meno dei colleghi maschi (dati medi nazionali italiani rilevati dall’Osservatorio JobPricing che rilascia ‘Gender Gap Report 2016’, la panoramica completa sulle differenze di genere nel mercato del lavoro in Italia)
L’Italia è al 49esimo posto su 145 Paesi analizzati dal World Economic Forum nell’indice di disparità di genere, anche se si riscontra un miglioramento che ci vedeva al 69esimo posto nel 2014.
Ma il dato se vogliamo più sconcertate è questo:
Manageritalia, in collaborazione con AstraRicherche, ha dimostrato come per il 71% degli italiani (50% la media europea) gli uomini siano meno competenti delle donne nello svolgimento dei compiti domestici e il 43% (29% media europea) crede che un padre debba anteporre la carriera al doversi occupare dei figli piccoli.
Altri dati potrete leggerli sull’articolo de “La Repubblica”.
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In questo quadro generale, dove la differenza di genere si fa tuttora sentire lasciando sgomento, a fronte di donne sempre più dinamiche e impegnate socialmente e lavorativamente, vogliamo lanciare un appello a tutte le donne che si sentono addosso le differenze di genere, chiedendo loro di pretendere pari trattamenti, e quindi quella promozione o quell’aumento di stipendio che sapete vi spetti.
Un colloquio con il proprio responsabile non è mai facile da affrontare, soprattutto se dobbiamo chiedere qualcosa. Il rischio maggiore è quello che l’emotività ci giochi un brutto tiro facendoci apparire insicuri e indecisi o, peggio ancora, avidi ed opportunisti.
1. Mettete nero su bianco i vostri risultati
Prendete il tempo per valutare il vostro contributo all’azienda. Avete reso i processi più efficienti? Avete contribuito a incrementare i profitti? Avete aumentato il volume del business? Bene, mettete tutto nero su bianco allora, e cercate di quantificare i vostri sforzi e confrontate le vostre posizioni rispetto a quelle dell’anno precedente.
2. Fate le vostre ricerche
Confrontate lo stipendio con la media dei vostri colleghi che svolgono le stesse attività. Per farlo potete ricorrere all’aiuto messo a disposizione da servizi gratuiti online come iltuosalario.it. A questo punto la situazione è chiara, e già questo dovrebbe fornirvi sicurezza in voi stesse. Iniziate a pensare ad un discorso da fare al vostro datore di lavoro.
3. Poco spazio alle emozioni
Lasciate da parte le emozioni e cercate di essere mentalmente presenti nel momento in cui dovete dimostrare le vostre performance per ottenere un aumento o una promozione. Non aggredite il capo, ma non lasciatevi neppure intimidire. Non date motivazioni personali per le quali vi serve uno stipendio più alto, perché non siamo al mercato e perché non dovete giustificare una vostra richiesta più che lecita, ovvero quella di guadagnare quanto meritate. Attenetevi ai vostri risultati raggiunti e fatene la ragione principale per la quale meritate una promozione.
Leggete anche: “Come migliorare l’autostima: 10 trucchi e consigli“, potrebbe darvi validi spunti
4. Date motivazioni valide
Evitatevi il solito ritornello del “dopo tanti anni mi merito un aumento…”, non è il numero di anni che deve spingervi alla richiesta dell’aumento.
Leggete anche “Crescita personale: come migliorare se stessi“
5. Giocatevi bene le vostre carte
Ovviamente non accettate qualsiasi cosa vi offrano, non siete alla ricerca di un contentino, no? Se notate esitazione e se il capo vi risponde “Ti farò sapere”, attendete. Ma se passa troppo tempo cercate di ottenere un secondo incontro, informando tutte le parti coinvolte con una mail che includa appunti sui motivi della richiesta.
Ovviamente valutate tutto: se la vostra azienda viaggia in cattive acque e alcuni colleghi rischiano il posto di lavoro, forse non è proprio il momento giusto per avanzare richieste. Meglio attendere tempi migliori per evitare un no quasi certo o figuracce con i colleghi. Inoltre dovete anche individuare il momento giusto per parlare di un argomento tanto delicato con il vostro capo, evitando improvvisate ma chiedendo un appuntamento: se però, vicine alla data, percepite un periodo non proficuo, spostate l’incontro.
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E se il capo rifiuta la nostra richiesta?
Chiedete al vostro dirigente in cosa potete migliorare per guadagnare di più: valutate se il rifiuto dipende dal vostro operato o da altri fattori, ed eventualmente mostratevi disposte a migliorare ancora. Ringraziate comunque per il tempo e l’attenzione dedicatevi, e magari scrivete un’email di ringraziamento al termine del colloquio che,oltre ad essere segno di buona educazione, sarà prova della vostra maturità e responsabilità. In ogni caso non bisogna scoraggiarsi, ma considerare l’incontro come un’occasione di confronto per imparare e migliorarsi.
Se invece il capo accetta l’aumento di stipendio?
Bene, adesso che avete raggiunto l’obiettivo tanto agognato, impegnatevi per non deludere la fiducia che vi è stata data: non allentante la presa e continuate a svolgere bene il vostro lavoro, siate sempre credibili e professionali. Ovviamente non vantatevi dei risultati ottenuti, per non causare malcontento tra i colleghi, e per evitare che al capo arrivi un’ondata di richieste di aumento dal resto dello staff.
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