Lunedì sera mi arrivava un sms da parte di Andrea Genovese, CEO e co-founder di Social Academy, che mi invitava, attraverso una serie di informazioni, a prendere parte a #SA2017 che ci sarebbe stato l’indomani a LUISS ENLABS. Chi lo conosce saprà meglio di me che dire “no” ad Andrea è veramente difficile, e questa volta il motivo era più che valido. Nel flusso degli eventi che sta creando in queste settimane intorno al cambio format di Social Academy, il vortice di energia coinvolge e chiama tutti a partecipare. Così, alle 9:00 in punto, almeno in quindici persone eravamo già pronte – come richiesto da lui nell’sms – con una valigetta carica di “penne, iPad e creatività”, per iniziare quello che si annunciava come un lungo workshop attraverso il quale un team di consulenti, esperti di formazione, di digital marketing e di startup, unito al team di Social Academy, e guidato da Domenico Greco, si sarebbe messo alla prova sul futuro di questa impresa.
Il resto, mentre si passava da un Canvas e post-it fino a lavagne e discussioni, è diventato Storify, che qui ci piace presentare come sintesi di quanto siamo stati in grado di produrre durante questo laboratorio creativo. Nel titolo si parla di co-progettazione e di design thinking, ed è vero, perché ciò che alla fine è accaduto può essere definito il secondo hackathon di Social Academy, stavolta non di stampo tecnologico bensì “culturale”. È per questo che proprio la progettazione di Social Academy, capitolo dopo capitolo, va letta come una case history all’interno del mercato della Formazione.
Perché ri-pensare il mondo della Formazione
Con un tasso di crescita del 900%, dal 2000 l’eLearning è una delle industrie che si sta facendo notare per rapita e costante crescita, correlata tra l’altro a una particolare funzione: per il 42% delle imprese che investe in formazione online, essa si traduce direttamente in fatturati. A dirlo è l’ultimo studio Brandon hall a cui si aggiunge un’indagine di mercato IBM del 2016, per la quale ogni dollaro investito nei risultati di formazione online equivale a $30 dollari in produttività. Oggi più di 3 milioni di studenti americani utilizzano esclusivamente l’eLearning come strumento di studio e le proiezioni future vedono oltre il 50% degli studenti universitari adottare il canale online per l’apprendimento. Attualmente questa industry ha raggiunto un valore pari a 56 miliardi di dollari ed è destinato a crescere molto velocemente; gran parte degli attuali investimenti è rivolta al settore accademico, si parla cioè di qualcosa come 18 volte maggiore rispetto alle attività di training aziendale.
Dall’industry della Formazione Aziendale ai Social Network: le community online come collante
Numeri a parte, in un momento in cui LinkedIn introduce Learning, la piattaforma interna dedicata alla formazione online che ottimizza e sostituisce i servizi di Lynda, acquisita nel 2015, non è scontato ragionare sul ruolo che ha un social network professionale destinato a professionisti e aziende nel consolidare non solo la propria rete di contatti in ambito lavorativo, ma anche a migliorare le proprie conoscenze nonché il proprio branding online. Le tre funzioni di navigazione principali di Learning, infatti, ci permettono subito di rilevare come una prima offerta di corsi basati sugli argomenti prescelti vengano proposti agli utenti: i My Courses (i corsi che abbiamo visionato, salvato o scaricato), i Reccomended (quelli suggeriti da LinkedIn Learning) e i Topics (gli argomenti di interesse): in questo senso, è utile notare come anche il più importante professional network cerca di offrire un percorso di orientamento personalizzato, che possa permettere all’utente sia di specializzarsi e aggiornarsi nell’ambito del settore in cui opera, ma anche dar vita a desideri, attitudini e nuove esigenze personali che si maturano nel suo percorso di vita, e che passano proprio dalla formazione.
Insomma, ai tempi dei social media, osserviamo per la prima volta che un’azienda, nata per connettere le istanze del mondo del lavoro, non sta parlando più solo ai professionisti, ma anche alle persone.
Perché è nato il workshop #SA2017
Social Academy, fin nel suo nome, ha preso una posizione precisa, guardando da un lato all’esigenza delle persone di cercare informazioni sui corsi di formazione professionale, prima ancora di acquistarli e frequentarli, sia di unirsi per scambiarsi recensioni sui master già fatti, sui docenti incontrati, sui metodi di apprendimento più efficaci, creando così una community fatta non di utenti anonimi pronti a comprare la merce offerta su una piattaforma, ma di nomi qualificati a segnare dei percorsi di valore sulla strada della crescita. L’intuizione di creare questa tipologia di scambio ha permesso al network delle Academy di svilupparsi velocemente e, in appena un anno, di diventare una società titolata a dire la sua nel grande mercato di cui stiamo parlando. È arrivata l’ora, quindi, per fare il passo successivo: quale futuro Social Academy vuole disegnare per se stessa e per la sua community? Quali obiettivi intende porsi? Quali strategie sceglie di applicare all’interno del panorama competitivo? Con queste domande è nata l’esigenza di #SA2017. Lo scopo era guardare insieme al business model, alle metriche e al funzionamento della piattaforma; ragionare sulla value proposition per il B2C; ottimizzare i processi di CRM per penetrare il B2B non solo per esigenza, ma con intelligenza.
Infatti, sulla scorta di questo scenario, dicevamo, ragionare su come ascoltare, trasformare e proporre alle aziende il “potenziale” di cui ognuno è portatore, non è banale, così come aiutare il processo di digitalizzazione delle aziende stesse attraverso questo potenziale è altrettanto rilevante. Ed è esattamente ciò che sta facendo Social Academy: ecco lo Storify che racconta il momento in cui il nuovo format è stato concepito.