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Subscription Economy: cos’è e perché non dovresti ignorare questo trend

1 Ottobre 2019 da Loredana Amodeo

Subscription Economy

La piattaforma di Social Academy, Business in Cloud, grazie alle molteplici funzionalità, sempre aggiornate, consente a professionisti, imprenditori e aspiranti tali, di dar vita a progetti digitali innovativi.
Una delle ultime novità sviluppata dal team di ingegneri di Business in Cloud è proprio la possibilità di vendere membership e prodotti in abbonamento: vediamo quindi cos’è il fenomeno della Subscription Economy e perché adesso e negli anni a venire non se ne potrà più fare a meno.

Subscription Economy: cos’è

Hai presente l’abbonamento a Quattro Ruote o a Vogue, l’abbonamento allo stadio o quello in palestra? Ecco, stiamo esattamente parlando della subscription economy, ovvero la fruizione di servizi e prodotti attraverso la modalità dell’abbonamento periodico.

Il fenomeno, neanche a dirlo, parte dagli USA, ma da anni stiamo assistendo a una crescita di interesse esponenziale anche in Italia. I prodotti pionieri sono stati i software: non ci interessa più avere un programma per sempre installato nel nostro computer, piuttosto preferiamo accendere un abbonamento che ci permetta di utilizzarlo online, per il tempo che noi decidiamo. Poi, ovviamente, non possiamo non citare servizi che permettono di avere accesso a film e serie TV, come Netflix o Sky On Demand, o Spotify con la musica. Vanno forte perché ti danno la possibilità di scegliere cosa vedere e quando, e questa libertà piace agli utenti, che sempre più spesso preferiscono gestire in autonomia come godere dei servizi.

Inoltre la personalizzazione dei servizi solleva il cliente dall’onere di fare una cernita tra ciò che soddisfa i suoi gusti e le sue esigenze e ciò che non lo fa: scorre un elenco di risultati scelti per lui in base a un profilo che gli viene cucito addosso.

Chi riguarda la Subscription Economy

Ma il trend non riguarda solamente l’intrattenimento: sottoscriviamo abbonamenti per il car sharing ad esempio, o per i servizi di ristorazione. E non riguarda neppure soltanto la generazione dei millennials, sebbene siano il pubblico più influente in termini di numeri.

Una ricerca che riguarda Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Francia, Benelux e Italia, condotta da SlimPay che è una fintech francese specializzata nei pagamenti ricorrenti tramite addebito diretto, ha messo in luce un numero importante che riguarda la percentuale di italiani che ha sottoscritto un abbonamento: sono il 74%, con 2,2 abbonamenti a testa. La media europea è ancora più interessante: 85% di utenti.

Alla luce di quanto abbiamo appena visto appare chiaro che stanno cambiando anche le modalità e le opportunità di business per molti settori, e che i numeri sono troppo importanti per restare indifferenti.

Perché adattare la subscription economy al proprio modello di business

A fare gola all’utente, come dicevamo, è la possibilità di gestire in autonomia le modalità e le tempistiche di fruizione dei servizi, ma non solo. La membership, ovvero quel modello che si basa su un sito di adesione dove le persone pagano in modo ricorrente e periodico per seguirne i contenuti, diventa per l’utente l’opportunità di sentirsi parte integrante dell’azienda.

Inoltre i contenuti vengono sempre più spesso presentati in maniera personalizzata, ovvero in base alle preferenze dell’utente. Questo automatismo piace a chi sceglie di accendere l’abbonamento, viene percepito come un servizio cucito su misura addosso a lui.

La sfida infatti è sfruttare la subscription economy per riuscire a vendere esperienze dove i beni vengono presentati in maniera personalizzata e personalizzabile.

Il pubblico, divenuto ormai sempre più esigente, non punta più alla convenienza del servizio o alla sua comodità, ma vuole innanzitutto soddisfare delle esigenze più complesse, come quelle della sorpresa, della scoperta di ciò che ha acquistato, di una sorta di auto gratificazione.

Se si vuole essere all’avanguardia occorre creare una piattaforma in grado di captare i comportamenti dell’utente per offrire la migliore delle esperienze, un’esperienza che nasce automaticamente e che non necessita di specifiche azioni da parte di chi usufruisce del servizio.

Inoltre le aziende possono, in queste modalità, prevedere quelli che saranno i guadagni futuri in base al numero di abbonati registrati, con un vantaggio che riduce dubbi e incertezze su quelle che sono le entrate.

E ancora, questo meccanismo fidelizza il cliente, ne aumenta la soddisfazione e ne migliora l’esperienza, il ché molto spesso dà luogo a un legame duraturo, solido e sentito.

Immagina di essere un coach: proporre un abbonamento ai tuoi clienti e proporre, anziché delle sessioni occasionali, degli appuntamenti periodici, potrà far sentire la tua utenza parte di un programma, di un progetto.

Stessa cosa se vendi dei corsi: un abbonamento che offra periodicamente chicche, informazioni esclusive e aggiornate, news, piuttosto di un unico insegnamento una tantum, farà di certo più gola ai tuoi clienti.

E se ancora ci stai rimuginando, leggi quanto segue: sempre la ricerca condotta da SlimPay ci comunica che il mercato crescerà ancora in maniera vertiginosa, si parla di un incremento del 40% solo in Italia.

Quindi, se sei un’azienda che può offrire un servizio in abbonamento (e credo che quasi tutte lo possano fare) iniziati ad ingegnare, sii uno dei primi e inizia a fidelizzare i tuoi clienti in maniera incisiva.

Archiviato in: Business Etichettato con:strategie di marketing

Loredana Amodeo

Tra sale e sole, da Palermo, scrivo, sperimento, disegno e fotografo cose. Non so se sono più consulente SEO o copywriter, ma di certo mi trovo a mio agio davanti al content marketing tanto quanto allo storytelling e... all'algoritmo di Google! Mi affascina anche l'ADV e il mondo social.
Credo nel karma e al fatto che ad essere felici lo si debba imparare.

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